In merito all’annosa problematica del bacino galleggiante, relitto sommerso nella baia di Cadimare, l’Autorità Portuale, nella persona di Monica Fiorini, rispondendo ai quesiti posti da una cittadina, in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Secolo XIX il 26 Febbraio 2012, ha fornito dettagliata spiegazione sull’iter burocratico e legale percorso dall’Autorità Portuale per giungere alla rimozione di quell’autentico scempio, precisando di essere in attesa del decreto del Ministero dell’Ambiente e della conseguente deliberazione della prescritta conferenza dei servizi.
Sono passati diversi mesi e lo scempio è ancora sotto gli occhi di tutti.
Per riportare in primo piano la questione, chiediamo, a nome di tutti i cadamoti, alle Autorità competenti informazioni sui tempi e sulle modalità di rimozione del suddetto bacino.
Cadimare (il cui spazio è già limitato dalle servitù militari) è diventato veramente un bel paese.
I suoi abitanti e coloro che vengono a visitarlo hanno tutti i diritti di poter fruire pienamente di uno specchio d’acqua libero da un obbrobrio che deturpa il paesaggio e costituisce soltanto un pericolo.
Personalmente mi auguro di non vedere più quell’orribile bacino e contemporaneamente spero che a qualcuno non venga in mente di utilizzare lo specchio di mare, finalmente libero, per la costruzione dell’ennesima catenaria, perchè tutti ne possano e ne debbano beneficiare.
Rita Del Giacco