Cadimare, sagra delle acciughe, festa dei pirati, Palio del Golfo. Denominatore comune, il mare. Elemento imprescindibile del mix tra economia, tradizione e cultura, sempre il mare anello inossidabile tra l’affettuoso ricordo del passato e le ottimistiche aspettative del futuro, ancora il mare.
La Festa della Marina militare, onorata dalla prestigiosa presenza del Presidente della Repubblica, quella della marineria che ha visto l’attiva presenza di decine di migliaia di persone, sono le iniziative più recenti a conferma del legame uterino che La Spezia e gli spezzini hanno con il mare, alla stregua di un liquido amniotico protettivo e vitale, componente fondamentale del proprio modo di essere.
E’ per questo e per altro ancora che l’obiettivo della collettività – e delle istituzioni che questa amministrano – deve essere quello di difendere, tutelare, arricchire, migliorare questo immenso patrimonio naturale che significa ricchezza materiale e spirituale, che muove i traffici delle persone e delle merci, fornisce alimento, concede, a mo’ di un ripetitivo miracolo, il profumo della salsedine, l’infrangersi dell’onda in tempesta, la pace sublime della bonaccia, i mille giochi di luce sulla superficie a volte tumultuosa, altre increspata o placidamente ferma.
In questi anni si è molto dibattuto e si dibatte ancora sul rapporto tra La Spezia e il suo mare, problematica sofferta soprattutto dai quartieri e dalle borgate della costa, sia orientale che occidentale del golfo. E occorre ribadire che qualche duro prezzo i residenti hanno dovuto pagarlo e, in parte, ancora stanno pagando. Basta menzionare le ormai storiche rivendicazioni del Canaletto e di Fossamastra di fronte alle pur legittime esigenze del porto commerciale; la battaglia di Marola per avere un proprio spazio dalla Marina militare; la tenacia di Cadimare che, soltanto in tempi recenti, ha potuto usufruire della ristrutturazione di quel versante degradato dove lavoravano cantieri navali e bacini galleggianti e che ambisce a usufruire con continuità della zona gestita dall’Aeronautica militare. La stessa città sta vivendo momenti anche di forti tensioni riguardo al progetto di waterfront e al recepimento al proprio interno di una struttura impegnativa quale il porto turistico Mirabello.
Il fatto è che gli spezzini, sia del centro sia della periferia, vogliono una sola cosa: tornare a convivere in armonia con il padre naturale di tutti, il mare.
E troppe cose, impedimenti, legacci, veti e manovre politiche impediscono che questa comunione possa celebrarsi compiutamente. Perché le servitù, militari e non, persistono; gli interessi di parte imperversano; l’incertezza sul cosa fare domani aumenta. Ciò che la stragrande maggioranza degli spezzini auspica e vuole non ha nulla a che fare con i progetti galattici di politici, amministratori, architetti dagli impulsi ultrafuturistici, lobby di finanzieri e imprenditori.
La gente chiede di vivere sul mare e di godere il mare. Per arrivare a un obiettivo così semplice da apparire perfino infantile non servono soluzioni ardite tipo ponti, grattacieli, moli dalle forme più ardite. Il waterfront che gran parte della città vorrebbe è fatto di poche cose: una stazione crocieristica su calata Paita, lo sgombero totale delle barche dallo specchio acqueo davanti a passeggiata Morin, il congiungimento diretto al mare con l’allungamento di giardini pubblici e l’interramento di viale Italia. Questo sarebbe il waterfront ideale, senza colate di cemento né stravaganti divagazioni architettoniche. Così come i quartieri e le borgate ambirebbero a un decoroso ma reale accesso a moli e banchine che non si riduca a paternalistiche concessioni dell’autorità di turno. Crediamo che, con un’onesta e accorta politica programmatica sul territorio, questi obiettivi possano essere raggiunti senza eccessive difficoltà, nel reciproco rispetto dei ruoli e lasciando l’importanza che meritano a porto commerciale e Marina militare.
La prossima primavera si andrà a votare per cui invitiamo i candidati a sindaco e a presidente della Provincia di mettere in agenda, tra i loro impegni prioritari, il pieno recupero del rapporto tra la città e il suo mare. Senza inutile demagogia e, soprattutto, con coraggio e determinazione.
Amerigo Lualdi