Sono grato dell’opportunità che mi viene offerta di far giungere il saluto della comunità parrocchiale e mio personale ad ogni persona e ad ogni famiglia, in qualunque situazione si trovi, così da gioire con chi ha motivi di gioire e piangere con chi piange. Come sempre quando si ha la parola si vorrebbe dire tante cose, ma mi soffermerò solo su due aspetti che ritengo importanti per la vita della nostra parrocchia e la nostra borgata. Giovanni Paolo II all’inizio del suo pontificato disse quella espressione che poi caratterizzò tutta la sua missione:“Aprite le porte a Cristo, anzi spalancate le porte a Cristo, non abbiate paura!”.Aprire la porta a Cristo per lui voleva dire accogliere Gesù nella propria vita ed esprimere apertamente la propria fede, partecipando alla liturgia domenicale e avere uno stile di vita che aiuti a scoprire e valorizzare tutto quello che di bello, di giusto, di autentico c’è in noi e accanto a noi. Qualche volta sembra che Gesù sia quasi contrario a quanto c’è di bello. Eppure non è così. Lui amava la compagnia, aveva degli amici con cui passava dei momenti particolari, gioiva delle cose belle (il discorso della montagna ne è un esempio), desiderava profondamente che fossero eliminate ingiustizie e discordie con la pace e la solidarietà. Non dobbiamo aver paura che Gesù mortifichi le realtà umane più belle, come l’amore di un omo e di una donna, la gioia dell’amicizia, il calore di una famiglia, la meraviglia di dare alla luce una nuova vita, il fascino dell’arte e della musica, le scoperte della scienza. Ci è stato presentata la ricerca del brivido, di una vita spericolata, dello sballo come qualcosa che ci faccia sentire vivi, e poi ci si è accorti che non è così. Se facciamo entrare Cristo nella nostra vita ci accorgeremo che parlando al nostro cuore fa emergere in ciascuno di noi la parte bella, quella immagine che lui ha messo in noi quando papà e mamma ci hanno chiamati alla vita e che ha reso ancora più bello con il Battesimo: è allora che ci sentiamo vivi perché amati.Apriamo, allora, le porte del nostro cuore a Cristo e esprimiamo la nostra fede apertamente. Abbiamo tante occasione per farlo: nelle vostre case e accompagnando i nostri bambini alla celebrazione dei sacramenti, sul posto di lavoro, con la liturgia della messa domenicale, oppure partecipando e collaborando alle feste della nostra parrocchia come abbiamo fatto in occasione della festa in onore di Nostra Signora del Pianto, quando in molti abbiamo accolto la parola del nuovoVescovo, Mons. Francesco Moraglia. L’altro punto che mi piacerebbe ricordare è questo: viviamo in una borgata del nostro bellissimo golfo. Un golfo che è contemporaneamente espressione della natura ma anche dell’intervento creativo dell’uomo.
Con una espressione potremmo dire “architettura umana e architettura divina”. Credo che tutti noi vogliamo che la nostra borgata possa esprimere tutte le sue potenzialità. Ma per riuscirci c’è bisogno di remare tutti verso la stessa direzione. Ce lo direbbero bene i vogatori che disputano il Palio, e che tante volte il Cadimare ha vinto. E tutti siamo utili, anche il più piccolo: il timoniere che sembrerebbe uno “scricciolo”,riveste una grande importanza ed è fondamentale la sua collaborazione per la riuscita della vittoria.Abbiamo allora bisogno di superare le divisioni che tante volte fanno capolino anche tra di noi. Oggi si parla molto di rete e di sinergie. Io preferirei dirlo così: è vero, non sempre le idee coincidono, le persone hanno i loro limiti. ma abbiamo bisogno di andare oltre e collaborare, anzi trovare un’unità che ci permette di fare e realizzare proposte, anche differenziate, che valorizzino Cadimare non solo per i Cadamotti, ma perché diventi una delle perle che ornano il nostro Golfo dei Poeti. E allora proveremo la gioia del cuore, la gioia di aver collaborato a qualche cosa di bello e di grande. Spero che quanto ho detto non abbia il sapore di una “predica”, ma solo la riflessione a voce alta di uno di voi. Un saluto di tutto cuore
Don Gianluigi
Prossimo appuntamento alla Costa di Cadimare, Venerdì 22 agosto, festa di Maria Regina, ore 20,30 arrivo della statua e recita del santo Rosario, ore 21 celebrazione della Santa Messa.