Il paese di Cadimare, ultima frazione del Comune della Spezia al confine con il Comune di Portovenere, facente parte della Provincia di Genova fino al 1921,dal 1923 Provincia della Spezia, è oggi una meta turistica frequentata da Italiani e Stranieri. La zona dove oggi sorge il paese e’ una propaggine del monte Castellana che scendendo a mare , un tempo, formava una spiaggia pietrosa , questo è stato per moltissimi anni fino alla presenza stabile dei primi abitanti avvenuta attorno all’anno 1000 nella zona, oggi, del Mattone dove si era formato un piccolo insediamento abitativo probabilmente per la presenza di alcune sorgenti di acqua e legato all’ estrazione del marmo ( piccoli blocchi di peso contenuto). Il territorio di Cadimare è sempre stato parte della Repubblica di Genova e proprio perché poco abitato fruiva dell’esenzione da alcune gabelle come stabilito dal primo Doge (Duxe) della Repubblica di Genova , Simon Boccanegra ( 1339- 1363).
Fin dai tempi dei Romani era però ben nota a Cadimare la presenza di una particolare sorgiva “Polla” (sorgente di acqua dolce in seguito studiata da De Marinis e da Spallanzani). che sgorgava acqua dolce in continuazione in mezzo al mare ad una trentina di metri dalla spiaggia.
Tutti conosciamo l’importanza dell’acqua dolce a bordo di una nave, cosa ancora oggi non proprio semplice, per cui avere una sorgente a cui attingere in mezzo al mare e rifornirsi era certamente molto comodo da utilizzare ad ogni occasione.
Questa opportunità è stata tramandata nei secoli così i rifornimenti in questa “Polla” sono andati avanti fino al fine 1800 quando la “Polla” fu interrata per la costruzione dell’Arsenale.
La “Polla” ricoperta ha continuato a erogare acqua disperdendosi in mille rivoli con un ramo di maggior portata che fuoriesce ancora oggi davanti alla palazzina del Comando Aereonautica.
Tutte le navi che transitavano nel Mar ligure orientale raggiungevano Cadimare per “ fare acqua” presso la “Polla” Fra i fruitori della“ polla” nel 1549 fu certamente il pirata turco DRAGUT, in attesa di effettuare razzie lungo le coste liguri dove il 4 Luglio del 1549 assalì RAPALLO.
Il DRAGUT sostò diversi giorni con una ventina di feluche sia per rifornirsi di acqua sia per rubacchiare a terra. Durante questa sosta, nella piana di Migliarina scomparvero due giovani donne , dopo infruttuose ricerche , si sparse la voce che le due donne fossero state rapite dai pirati di Cadimare ( presenti a Cadimare). Da qui la nomina dei “pirati di Cadimare” e della “Costa dei Pirati”. La parte bassa di Cadimare più vicina alla spiaggia pietrosa era usata per piccole attività di agricoltura, ma la carenza di acqua dolce ne limitava l’impiego.
La baia era ben riparata da eventi meteomarini e ciò favorì lo sviluppo di un’attività di manutenzione di navi addette al piccolo cabotaggio . Questa attività fu iniziata attorno al 1450 dalla famiglia Faggioni proveniente da Fagiona (Pignone) che sapeva lavorare il legno.
Nella 2° metà del 1600 fù costruito il primo edificio in muratura della parte bassa denominato “Casale” perché serviva per alloggio degli addetti alle attività e come deposito agricolo. Questo edificio, se pur più volte modificato ed ampliato, è identificato nell’edificio dove oggi opera il Ristorante “ Il Centro”.
Verso la fine del 1600 il territorio fu abitato da diversi gruppi familiari tutti dediti ad attività agricole, da qualche persona addetta alla pesca di molluschi nel “ pantano” ed alcuni padroni di piccole navi (Giacomazzi ed altri) per piccolo cabotaggio che avevano scelto il luogo per l’ormeggio delle navi perché particolarmente protetto dalle avversità meteomarine. Ciò fece si che sorgesse qualche edifico lungo l’attuale via Grado soprattutto per la presenza di un pozzo di acqua salmastra. L’attività agricola rimaneva prevalente nelle “piane” sopra la spiaggia.
A fine 1700 fu costruito l’edificio dove ora c’è lo Studio Faggioni Yacht Design che si trovava proprio di fronte al secco o “Pantano” ( un tratto di mare con basso fondale) ed ancora si può vedere l’anello dove veniva ormeggiato il “ciatino” con il cancello per accedere all’abitazione. Nel 1715 Giacomazzi Santo, Carpena A. ed altri abitanti andarono a Roma a chiedere al Papa PIO VII l’autorizzazione a costruire una Chiesa, il permesso fu rilasciato il 28/7/1734 . Fu costruita una Cappella in località Vallicella, vicino al “Forte S. Michele” verso Marola, dove veniva venerata la “Madonna dei Castagni”; questa zona oggi è profondamente modificata ed è inglobata all’interno dell’Arsenale M.M.I..
La costruzione dell’attuale Chiesa iniziò nel 1738 e terminò il 24/9/1741, fu consacrata come oratorio dedicato a S.Lorenzo, ma restò dipendente dalla Parrocchia di Marola, dipendenza che non fu mai accettata dagli abitanti di Cadimare ed originò numerose liti, furti di arredi sacri fra abitanti di Marola e Cadimare.
Durante la campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, a Cadimare furono incaricati Faggioni Stefano con fratelli e figli, che disponevano di due pontoni attrezzati per “mettere in carena” le navi, di effettuare il trasporto di quattro cannoni da Punta Bianca al Varignano dove Napoleone pensava di costruire un Arsenale. (la strada carrozzabile per Portovenere non c’era).
Questo trasporto, a causa del mancato rispetto del contratto da parte dei francesi, favorì la costruzione della strada Napoleonica – Infatti i Francesi non pagarono i Faggioni, come stabilito, per cui questi trattennero sul pontone il quarto cannone rifiutandosi di consegnarlo. La questione andò avanti alcuni mesi finchè giunse a conoscenza dell’Imperatore che fece pagare il dovuto e dette ordine di costruire la strada cosa che avvenne in due lotti e fu completata nel 1814 ed inaugurata dal vicere del Regno d’Italia Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone.
La strada aveva un tracciato che si sviluppava prevalentemente lungo la battigia, era larga a sufficienza per il passaggio di un carro da carico a trazione animale , ai lati erano stati piantati i Platani (era uso dei tecnici Napoleonici plantumare i bordi delle strade con platani, vedi platano di Marengo); alcune di queste piante munumentali, a Cadimare,sono giunte ai giorni nostri (Ristorante ”CADAMA”).
Con la costruzione della strada Napoleonica furono eseguiti alcuni riempimenti a mare compreso il tratto davanti all’attuale civico Via della Marina 90 per cui non fu più possibile ormeggiare il “ciatino”.- (L’attuale strada per Portovenere se pur chiamata “Napoleonica” è stata costruita fra il 1870 e 1878 come completamento delle opere inerenti l’Arsenale MMI e localmente veniva denominata “via neva”, del tracciato Napoleonico rimane solo qualche piccolo tratto a Le Grazie). Il 13/7/1818 la Chiesa di Cadimare veniva dichiarata dal Vescovo di Luni Parrocchia dedicata a “Santa Maria Nuova”, non più dipendente dalla chiesa di Marola. In quegli anni il borgo si popolava di persone dedite soprattutto ai traffici marittimi, ai lavori di manutenzione del naviglio e qualcuno alla pesca.
Nel 1835 il Sacerdote Ildefonso Faggioni fece costruire l’Oratorio di “S.Antonio” dove si trova attualmente la Cappella dedicata alla “Madonna della Salute” lunga la attuale via Nicolò Fieschi ( che ancora non c’era) in località Piano a fianco di un esistente convento e di un poco lontano cimitero. Nel 1846 la Chiesa principale fu dedicata alla “Madonna del Pianto “come appare nel libro delle ”RIME” scritto da Agostino Falconi poeta di Marola.
Nel 1850 osservando l’insenatura da monte, si ha la seguente situazione: a dx la proprietà con villa Cattaneo (1400) a cavallo del torrente “Neto” , una residenza della nobile famiglia Cattaneo di Genova dove sembra sia nata ,ma sicuramente vi abitò, Simonetta Cattaneo Vespucci (Portovenere 1453- Firenze 1476),donna bellissima, modella ispiratrice di Sandro Botticelli per alcuni dipinti fra cui ”La nascita di Venere” ), il secco o ”pantano” ( basso fondale), la spiaggia immediatamente di fronte alle case ( molte ancora in costruzione), l strada verso da Marola verso Fezzano sulla battigia, a Sn la chiesa con a fianco un convento e lungo la strada che prosegue verso Marola si nota una casetta di Sanità che precedentemente era un Oratorio. Proseguendo lungo questa via, verso Marola, si doveva incontrare l’oratorio dedicato alla “Madonna dei Castagni” e la punta S.Gerolamo ( continuazione del promontorio della “Costa”) con il forte S. Michele, di fronte alla battigia si trovava la “Polla di Cadimare. Tutta questa zona è stata profondamente modificata con la costruzione dell’Arsenale Militare (1861- 1869 ed oltre). Durante la costruzione nel paese di Cadimare oltre alla manutenzione di navi fu insediata da Faggioni Giuseppe (Giusè o spaccaprie) l’attività di imbarco sulle navi “latine”( piccole navi da carico che navigavano inclinate) delle pietre, ricavate dalle numerose cave della zona, per la costruzione dei moli, della diga della baia Duca Degli Abruzzi e successivamente della diga foranea. Questa attività acconsentirà all’allargamento verso mare della strada Napoleonica per il transito dei carri. Si realizzò un notevole allargamento davanti al luogo denominato “Scogli” dove inizia a sorgere il Cantiere Navale Faggioni. L’allargamento allontana la linea di battigia dalla zona dove saranno costruite le case nella parte bassa del paese.
L’attività non era limitata alla caricazione , prima di essere imbarcate le pietre venivano sagomate in funzione dello scopo a cui erano destinate, per cui circa un centinaio di scarpellini provvedevano alla preparazione delle pietre. Altra attività che, se pur preesistente fin dal 1400 , si sviluppò molto in quel periodo, in ragione dell’aumento del traffico navale, fu la manutenzione delle navi usate per il trasporto delle pietre e dedite al piccolo cabotaggio. Tale attività fu favorita dalle condizioni di ridosso dell’insenatura ( la diga foranea non c’era). Questo brulicare di attività fece si che nel 1893 i fratelli Esposito ( Antonio e Mosè) aprissero la prima osteria denominata “Sorrento”, paese da dove provenivano, sita dove ora c’è ora il ristorante “Cadama”.
Intanto dopo il periodo Napoleonico , con la comodità della strada Napoleonica che congiungeva il paese alla città, l’attività edilizia si sviluppò in tutta la parte bassa del territorio di Cadimare ed in circa 70 anni sorse quasi per intero l’attuale palazzata , dopo il 1880 furono costruite le case in loc “scogli”, ecc., fra il 1888 ed il 1900 furono costruiti i palazzi sulla collina della Costa. Infatti nel 1887 il sig Faggioni Raffaele commerciante di granaglie e di farina fece un ottimo affare cosi che fece costruire 6 palazzi di cui 3 a Cadimare ( 2 sulla Costa e il palazzo che pende) e 3 a Marola uno per ciascun figlio.- Dopo il 1880 , con la entrata in servizio definitivo della attuale strada per Portovenere, la parte bassa del paese fu collegata alla “via neva” con un tracciato simile all’attuale (poi modificato con la costruzione dell’Idroscalo), il paese si espanse ulteriormente con la costruzione di case in via della Marina, sulla collina della Costa, lungo la “via neva”,ecc..
Dopo l’epidemia di colera che colpì il territorio della Spezia nel 1884, verso il 1890 fu costruito il cimitero nel sito dove sorge attualmente. Per la richiesta di mano d’opera specializzata esistente presso il nuovo Arsenale molti operai vennero dai cantieri ex Borbonici di Castellamare di Stabia e si stabilirono a Cadimare, la richiesta di abitazione, ecc.fece avere al territorio uno sviluppo velocissimo. Ai primi del 900 venendo a ridursi l’attività inerente le pietre con il completamento delle opere marittime, approfittando delle ancor migliori condizioni di ridosso generate dal completamento della diga foranea, si sviluppò la manutenzione di navi di piccolo cabotaggio che venivano “messe in carena” (abbattute) e calafatate ( attività che si svolgeva da secoli con navi di più piccole dimensioni); questi mestieri fecero successivamente sorgere, nel luogo dove venivano imbarcate le pietre, un cantiere navale con scali di alaggio. (VEDI STORIA DEL CANTIERE FAGGIONI).
Stefano Faggioni
Storia di un Borgo Marinaro
Il nome Cadimare potrebbe suggerire che il paese ebbe origine da poche case costruite vicino al mare “Cà di mare”. In realtà l’origine del nome non è ancora del tutto chiara, infatti in alcuni atti notarili si trova nominato come “Cadamare, Cadamaria, Cademaria, Cadamari”.
Come si può evincere da un atto notarile del 1271 redatto da “Marchixius de Cadamari, già prima del 1300 esisteva un piccolo nucleo di case lungo la costa comprendente anche la zona collinare detta “Madono”, “Mathono”, “Matone”, ora chiamata Mattone. Presso l’archivio di Stato di Torino è conservato il “Cartulario” di Giovanni di Giona, notaio di Portovenere che raccoglie alcuni documenti risalenti al XIII secolo, con riferimenti alla località ed a personaggi del luogo.
La vita non era affatto facile per i primi abitanti del paese che si dedicavano prevalentemente alla pesca ed alla coltivazione degli orti e dei terreni collinari. Alcuni svolgevano attività di costruzione e riparazione dei natanti, altri partivano come marinai sui velieri in legno dell’epoca, restando lontano da casa anche per anni. Alla fine del 1800 a Cadimare approdarono, in cerca di fortuna, numerosi pescatori puteolani. Ancor oggi è possibile ritrovare nel gergo marinaresco e nel dialetto paesano tracce di questo passato.
Per arrivare a La Spezia gli antichi cadimaresi usavano la barca a remi oppure raggiungevano la città a piedi lungo il litorale attraverso il territorio oggi occupato dall’Arsenale militare. Anche per recarsi nei paesi limitrofi, non vi erano altri mezzi che la barca, il cavallo e … le gambe. Fu Napoleone che ebbe l’idea di creare un importante arsenale militare alla Spezia e la strada che la collega a Portovenere.
Ciò rivestì enorme importanza per il paese di Cadimare, poiché lo mise in comunicazione con la città ed i paesi vicini. Il tratto della strada “Napoleonica” fra La Spezia e Cadimare, prende il nome di Viale Nicolò Fieschi (signore della Spezia, vissuto nel XII secolo). L’aspetto geografico di questi luoghi cominciò a cambiare; molti dei terreni coltivati vicino al mare lasciarono il posto a nuove case ed edifici mentre contemporaneamente nascevano nuove vie e scalinate che collegavano la parte bassa della frazione con la strada carrozzabile.
Fin dal 1850 Camillo Benso, conte di Cavour, formulò l’idea di realizzare un porto militare alla Spezia. Successivamente il capitano ingegnere Domenico Chiodo studiò e fece realizzare l’attuale Arsenale militare inaugurato nell’agosto 1809.
Questo avvenimento giovò non solo alla città ma anche a molti degli abitanti del paese che trovarono una sicura occupazione, partecipando alla costruzione, attraverso la formazione professionale della scuola allievi operai di importanti imbarcazioni sia mercantili che militari.
Al termine del primo conflitto mondiale furono costruiti i capannoni del cantiere di Giovanni Ansaldo che in seguito vennero ampliati e sostituiti dalle strutture dell’Aeroporto militare che rappresentava una importante base per gli idrovolanti.
Elemento caratteristico del paesaggio la “polla d’acqua dolce” descritta dallo Stoppani nel suo libro “Bel Paese” come: “la polla d’acqua dolce che fresca zampillava entro l’acqua del mare nel seno di Cadimare”.
Nonostante sia stata ostruita durante la costruzione dell’arsenale militare, la polla può essere osservata quando riaffiora davanti al palazzo degli ufficiali dell’aeroporto durante le giornate primaverili in cui soffia il vento di levante.
Conclusa la seconda guerra mondiale il paese lentamente rifiorì assumendo via via l’aspetto attuale.
La via principale (Via della Marina) è attraversata da stretti vicoli, “carruggi” delimitati dai muri perimetrali delle case addossate le une alle altre quasi ad esprimere un desiderio di reciproca difesa e sostegno