Questa è la narrazione di una storia fatta da una giovane argentina arrivata a Cadimare, giovedì 4 Luglio, a me, Ida Iaccarino. E’ vestita modestamente come la maggior parte dei nostri giovani, scarpe da ginnastica e zaino nelle spalle. Si ferma in via della Marina, davanti allo stabile che supporta la lapide dei nostri compaesani caduti nello scoppio della nave Benvà il 15 Giugno 1945.
Vi legge il nome del Comandante Carpena Vito e, questo, la spinge a chiacchierare con le prime passanti cadamotte che incontra, dice loro che anch’ella porta lo stesso cognome e le prega di scattare per lei una foto che la riprende sotto quella lapide.
Afferma poi che i suoi ascendenti erano nativi di Cadimare e da qui partirono sul finire dell’800 per andare a trovare fortuna nelle lontane Americhe. La passante è la mia Maddalena, che si appassiona alla storia, me la riferisce e, insieme, di far salire la ragazza a casa mia.
Ella inizia così il suo bel racconto.
E’un avvocato ventottenne di Buenos Aires, giunta in Europa invitata dall’O.N.U. assieme a altri personaggi chiamati da tutto il mondo a partecipare a Ginevra a una conferenza culturale.
Le è stata inoltre concessa una vacanza premio di quindici giorni, durante i quali raggiunge Roma per assistere domenica 30 Giugno alla messa celebrata da Papa Francesco.
“Roma, la capitale del cattolicesimo e del Diritto” afferma lei, che si è laureata con una tesi sul Diritto Romano.
Da Roma raggiunge Firenze e, poi, La Spezia, per arrivare, zaino in spalle, a Cadimare per conoscere il borgo ove nacque il suo quadrisavolo Francesco Carpena, marito di Giuseppina Maggi e padre di Giuseppe.
Ne discende Amedeo, anzi Amadeo, ingegnere navale, dal quale nacque nel 1930 Francisco Josè, medico; figlio di costui è Pablo, medico classe 1961 e padre di Maria Florente Carpena, la nostra visitatrice, che, attraverso il viaggio inverso descritto da Edmondo De Amicis, dalle Ande raggiunge gli Appennini.
Alla Spezia in cerca di notizie, si reca in Comune, al cui Ufficio Anagrafe le consigliano di recarsi al Vescovado che, sfortunatamente, nel pomeriggio trova chiuso. Chi è questa donna argentina? è Maria Florentia Carpena (notare l’Italianità dei nomi): Maria, in onore di Maria, Florentia in ricordo di Firenze e, Carpena, cognome cadamotto. Ella discende da una dinastia di marittimi e di laureati in ingegneria navale e in medicina.
Lei, ha deviato, ha scelto il Diritto.
Ecco perché si può affermare, con soddisfazione, che questi cadamotti, soprattutto gli antenati, nativi di Cadimare, ma certamente partiti da Genova, con un “barco” a vela, si sono affermati nel mondo e hanno onorato il nostro paese.
Di quale ceppo saranno stati gli antenati di Romilde e Lorenzo Carpena ? di Carpena Virgilio o di Carpena Emilio ? nessuno dei presenti in Cadimare è in grado di dirlo, soltanto il nostro compianto ufficiale postale Algido Reboa, figlio di Romilde Carpena, avrebbe potuto saperlo, oppure i discendenti di Rodolfo Giacomazzi, del quale so certamente che, navigando su barchi a vela, raggiunse l’Argentina nel primo decennio del ’900, per ritornare a Genova con il “barco bestia”, allora così si diceva in gergo, con i carichi di grano.
A questo punto mi corre l’obbligo di parlare dell’umanità della nostra gente; chi era Rodolfo Giacomazzi? era il padre di Silda, di Giovanni, di Arialdo e di Achille che i meno giovani fra noi hanno conosciuto. Era un “bravo cristiano” che, in Buenos Aires, la sera, non scendeva a terra ma sedeva, sui cumuli di corde, accanto ai piccoli mozzi decenni cadamotti per far loro compagnia contro la paura delle tenebre.
Cadimare è anche questo, è dimostrazione di civiltà e amore.
Il mio breve racconto ha valore di documento, per testimoniare il desiderio di questa giovane avvocato di conoscere la terra dei suoi Progenitori.
Se ne andata dal nostro paese felice di aver ricevuto accoglienza, simpatia e un piccolo ricordo: la cartolina di Cadimare che la nostra associazione “Cadimare 2000” aveva distribuito a noi soci e che io avevo fatto incorniciare, staccata dalla parete, gliela offersi con una bella dedica.