Gent.mi Lettori con questo primo articolo, incomincia la mia collaborazione con l’Associazione di Volontariato “Cadimare 2000 ONLUS” e la sua rivista ufficiale, nella speranza che ciò possa contribuire a sviluppare un primo punto di discussione e di seria riflessione in merito agli argomenti che verranno man mano trattati ed analizzati, cercando altresì, per quanto di mia competenza, di poter fornire consigli utili e pratici a chi, nello svolgimento delle consuetudinarie attività della vita quotidiana, si trova troppo spesso ad essere “invischiato” nella rete di varie leggi e leggine, non sempre facilmente chiare e comprensibili.
Il primo tema di riflessione (mi piace definirlo in questo modo, dal momento che auspico vivamente come, sempre di più, certi argomenti di carattere sociale possano essere fonte di un serio e constante dibattito non solo dagli “addetti ai lavori”, i quali, bene o male, sono già dotati di cognizione in materia, ma soprattutto da parte dei soggetti “esterni”, affinché la popolazione civile possa essere maggiormente coinvolta e, quindi, pienamente consapevole di tematiche sulle quali troppo spesso la confusione e l’incertezza impediscono una serie e corretta analisi) concerne una realtà assai importante e radicalmente diffusa nel territorio della Provincia della Spezia, vale a dire il mondo delle Associazioni di Volontariato e delle attività da esse espletate.
Nonostante, come detto, si tratti di una tematica sempre di più in crescita e che coinvolge numerose persone impegnate nei più disparati settori della solidarietà sociale, tuttavia si avverte l’esigenza di poter fornire delle risposte sempre più chiare e precise in ordine alle problematiche sottese a tale settore e non soltanto agli operatori del volontariato, ma, soprattutto, a chiunque si voglia avvicinare a questo mondo e, troppo spesso, mette da parte i suoi entusiasmi e desideri per mancanza di informazioni su cosa sia, in concreto, una Associazione di Volontariato ed in che cosa consistano i vari adempimenti legati alla sua costituzione ed organizzazione.
La mia esperienza è maturata, nel corso di questi anni di esercizio di libera professione, durante le diverse consulenze legali che ho fornito alle Organizzazioni di Volontariato, in qualità di collaboratore legale del Centro di Servizio “VIVERE INSIEME”, che ha sede nella nostra città in Via Persio, 49: i Centri di Servizio per il Volontariato sono organismi espressamente previsti dall’art. 15 della Legge 11 agosto 1991, n. 266 (la legge quadro sul Volontariato), che hanno il compito istituzionale di fornire attività di supporto e di coordinamento per tutte le associazioni di Volontariato operanti, nel caso specifico del Centro di Servizio VIVERE INSIEME, su tutto il territorio della nostra Provincia, offrendo altresì ad esse la propria opera e competenza attraverso i servizi di promozione, formazione, informazione e consulenza, legale e fiscale.
Il Centro di Servizio “VIVERE INSIEME” e tutti i Centri di Servizio operanti nelle Province Italiane costituiscono, pertanto, un quanto mai nevralgico e propositivo punto di riferimento sia per tutti coloro che già operano in tale settore, sia per il comune cittadino che sia incuriosito da una semplice domanda: ma cos’è una Organizzazione di Volontariato? Molto spesso, ancora oggi, la realtà umana e sociale del Volontariato è accompagnata da diversi pregiudizi ed idee negative e la diffidenza ad accostarsi alle varie Associazioni nasce da certe valutazioni preconcette, una fra tutte l’idea che Volontariato significhi prima di tutto richiesta di danaro da parte di volontari scocciatori per effettuare una offerta alla Associazione e domande tipo: “ ma poi la mia offerta sarà veramente destinata a ciò che mi dicono?
Cosa entro a fare all’interno di una Associazione se poi devo solamente ricevere le direttive da chi già comanda da diversi anni e quindi le mie idee e la mia propositività non servono a niente? Ma quella Associazione è veramente seria?
E’ messo nero su bianco cosa fa in concreto?” sono quelle che possono creare una pericolosa e marcata linea di confine tra le organizzazioni e le persone.
Bisogna subito evidenziare un punto fermo: non mi voglio certo nascondere dietro un dito o essere ipocrita, è chiaro che le Associazioni non “campano” certo di soli buoni propositi e di entusiasmo che le contraddistingue, è evidente che le risorse economico finanziarie sono necessarie ed ineludibili anche per compiere la benché minima ed elementare attività, ma, al contempo, sono io il primo ad invitare chiunque a diffidare da tutte quelle Associazioni, il cui operatore, avvicinandosi a Voi, chiede prima di tutto, magari con una certa insistenza, se volete fare una offerta, omettendo di fornirvi preliminarmente ogni spiegazione ed informazione sulla organizzazione che rappresentano, sulle attività che vogliono porre in essere, sugli obiettivi che hanno già raggiunto e su quelli che vogliono raggiungere a breve termine, di quale tipologia di volontari abbiano bisogno, possibilmente fornendovi una copia del relativo Statuto Sociale per attestare la bontà e veridicità dei loro propositi.
Le risorse economiche, i contributi, le offerte non rappresentano il “prius” del mondo del Volontariato, ma il modo per attuare idee, progetti, attività, iniziative che devono essere chiare, precise e tali da poter arrivare a tutti i soggetti interessati, senza ambiguità o contraddizioni!
Cos’è una Associazione di Volontariato?
Questo, vale a dire un insieme di persone che si uniscono per dare a vita ad una realtà concreta, tangibile, una realtà di tolleranza, di aiuto e di incontro: è questo il “prius”, l’elemento fondamentale e caratterizzante che, indipendente da ogni definizione giuridica che può essere ben trovata e ricercata facilmente presso qualsiasi libro di testo che si occupa di tale argomento, contraddistingue con pienezza il mondo sociale del volontariato.
Ma questa realtà sociale deve fornire, prima di tutto, sia a se stessa, sia al mondo esterno, garanzie serie ed importanti di affidabilità, trasparenza, onestà e correttezza e questa garanzia ha un nome ben chiaro e preciso: legalità!
Legalità che deve accompagnare ogni Associazione fin dal momento della sua nascita, e la deve seguire durante tutta la sua vita, nello svolgimento della attività più semplice e lineare come nell’espletamento del progetto sociale più difficile ed impegnativo.
Legalità che, allora, non deve essere vista come un semplice dovere, un mero obbligo di osservanza al dettato normativo, alla legge 11.08.1991, n. 266 ed alla legge Regionale Liguria 28.05.1992 n. 15, ed i suoi adempimenti come noiose perdite di tempo a chi già sacrifica buona parte della sua vita per fare del bene agli altri, ma come garanzia di serietà e di “solidità” soprattutto nei confronti di chi, magari, un attimo prima guardava questo mondo con una cer ta diffidenza, a causa di certi preconcetti che possono essere spazzati via in un attimo, coinvolgendo, pertanto, sempre di più, nuove persone in progetti ed attività sociali che nemmeno sapevano che esistessero.
Requisiti previsti dalla legge 266/1991 che ogni Statuto Sociale deve contenere, quali la democraticità della struttura, la gratuità e l’elettività delle cariche sociali, l’obbligo di formazione del bilancio, la previsione dei diritti e dei doveri dei soci, l’indicazione espressa delle attività istituzionali costituiscono proprio quei parametri di riferimento per ogni associazione di volontariato che, tornando alle domande menzionate poco prima, ci fanno dire che… SI, i soldi che ho offerto saranno utilizzati per la realizzazione delle attività istituzionali, perchè l’Associazione ha l’obbligo di formare il bilancio, e in quel bilancio dovrà essere inserita inderogabilmente anche quel lascito che ho fatto, SI, il mio contributo sarà sempre importante e anche qualora ci fossero dei “centri di potere” annidati all’interno dell’organizzazione, avrò sempre il diritto di candirmi a ricoprire un ruolo direttivo, apportando modifiche, miglioramenti, cambi di direzione a quella che, fino a poco tempo fa, poteva apparire l’unica linea-guida dell’Associazione, SI quella Associazione svolge quella attività che mi interessa, è indicata nello Statuto e nella relazione annuale finale che il Presidente presenta alla Assemblea Ordinaria dei Soci, in altri termini, SI quella Associazione è seria!
L’esigenza di legalità, pertanto, deve costituire un parametro di riferimento ineludibile per ogni Associazione, un obiettivo da porre al primo ordine del giorno e che serve proprio a rafforzare ed ad attuare sempre di più l’idea di solidarietà sociale che contraddistingue ogni Associazione ed ogni volontario che lavora per essa.
Concludo questo mio intervento che, certamente, data la vastità della materia non può certamente esaurire tutte le relative problematiche, ma mi auguro, come già riferito all’inizio, possa costituire un primo punto di partenza per una riflessione ed un dibattito più approfondito, ricordando che il 2011 rappresenta l’anno del volontariato.
Pochi mesi fa, grazie all’impegno ed alla professionalità del già ricordato Centro di Servizio “VIVERE INSIEME” è stato organizzato l’OPEN DAY, una manifestazione che si è svolta lungo le vie del centro cittadino e che aveva la finalità, attraverso spettacoli e banchetti organizzati della varie associazioni, di sensibilizzare l’opinione pubblica al mondo ed alle tematiche del volontariato, una giornata in cui le organizzazioni si aprivano ai cittadini, al mondo cd. “comune”.
Tale iniziativa ha riscosso un ottimo successo e, con buona probabilità, sarà ripetuta a breve, ma ciò può e deve essere perseguito ogni giorno, con iniziative che incoraggino sempre di più l’incontro fra i volontari e la cittadinanza, aprendo materialmente ogni giorno le sedi delle Associazioni alle domande ed alle esigenze dei soggetti interessati, mostrando la capillare attività che ogni organizzazione compie e consegnando altresì ad ogni soggetto, prima ancora di eventuali brochure informative, copia dello Statuto Sociale e dell’Atto Costitutivo.
Ed ogni persona interessata non esiti ad entrare presso le sedi sociali anche per porre la domanda più elementare e banale, non sia semplicemente spettatore passivo, ma attore propositivo di un percorso sociale che, solo attraverso il contributo di ogni soggetto, potrà ricevere quotidianamente la sua linfa vitale.
Ritengo che, proprio attraverso queste iniziative e la ricerca di un percorso di legalità sempre più sentito ed avvertito non come imposizione ma come volontà di dimostrare la propria trasparenza ed affidabilità, si possa sempre di più abbattere la linea di confine tra volontariato e cittadinanza comune che ancora in parte esiste e fare in modo così che, nella patria del troppo spesso “Mi manda Picone”, la realtà sociale ed alternativa che il volontariato esprime possa costituire realmente un nuovo progetto di vita da perseguire.
AVV. MASSIMO PENNACCHI, Consulente Legale del Centro di Servizio per il Volontariato “VIVERE INSIEME”