Quando arrivarono in Napoletani

Negli anni della potenza di Roma per la presenza della flotta romana (numerosissima) nel porto di Miseno la popolazione di Miseno, Bacoli, Monte di Procida a seguito della caduta dell’impero romano, nell’800 dopo Cristo, i saraceni rasero al suolo queste contrade che rimasero dimenticate e deserte.

I suoi abitanti scapparono nelle zone interne della provincia di Napoli fondando Frattamaggiore, Casaluce ecc. ecc.

Nel 1650 alcune comunità ebraiche relegate dal Cardinale Ruffo a Posillipo, si trasferirono sulla marina di queste terre, appoggiando le barche sulla spiaggia che da allora fu chiamata Poggio.

Dalla testimonianza di alcuni pescatori questi nuovi abitanti dediti all’agricoltura e alla pesca a bordo delle proprie barche, si sono allontanate a remi dal loro golfo spostandosi attraverso il Mar Tirreno verso Gaeta, Formia, Livorno, fino alla Spezia e oltre, oppure verso la Calabria attraverso il Mar Tirreno e il Mar Ionio.

Durante queste escursioni, qualcuno fatto amicizia con ragazze del luogo, ha potuto scegliere di sposarsi restando per sempre nel paese dell’innamorata.

Testimonianze

Carannante Gaetano

Comunità bacolese che scopre Cadimare contrada ricca di pesci, organizzandosi successivamente con viaggi per andare a pescare sul posto, utilizzando treni e altri mezzi di trasporto in uso all’epoca.

Illiano contronome (Catuozzo)

Carannante cugini viventi a Bacoli

Altra prova che può giustificare la presenza dei cognomi (Scamardella, Lubrano, Carannante, Di Bonito) in quel di Cadimare è che i giovani bacolesi, procidani, montesi, puteolani iscritti alla gente di mare erano assegnati per l’addestramento militare (CAR) a Taranto/La Spezia, ragion per cui poteva capitare di innamorarsi e stabilirsi sposandosi; così come essendo popoli di naviganti avrebbero potuto scegliere La Spezia e quindi Cadimare come propria residenza.

Si ringrazia vivamente Salvatore Scamardella per l’importante contributo offerto per la redazione del presente documento storico

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