Era un giorno di agosto della scorsa estate e mi accingevo a prendere il sole per la prima volta sugli scogli di Cadimare quando la mia attenzione è stata attratta da un andirivieni alle mie spalle di alcune persone che come formichine instancabili estirpavano erbacce, rimuovevano rifiuti sparsi qua e là sull’area prospiciente la scogliera e li raccoglievano in sacchi che poi caricavano su un camioncino. Il tutto avveniva secondo una regia spontanea alla quale i gesti si accompagnavano con naturalezza, come se la cosa fosse già stata sperimentata in precedenza ed ogni azione era il seguito esatto di un’altra e un’altra ancora. Senza sosta, sotto il sole, ai cui raggi la pelle brillava inumidita dal sudore. Sempre con il sorriso sulle labbra. Volti felici e mani operose.
Il giorno successivo la scena si è ripetuta. E così il terzo, il quarto giorno e così via. E mentre le giornate scorrevano l’area cominciava ad assumere una fisionomia inaspettata liberando la spiaggia che fino a quel momento era rimasta nascosta dai rovi, dalla sporcizia e dall’incuria vecchia di anni.
Appollaiata sul “mio” scoglio osservavo da spettatore passivo il lavorio che quelle persone a me sconosciute stavano facendo.“Devo ringraziarli” mi sono detta. Ho alzato la mano per attrarre la loro attenzione. Non potevo chiamarli. Non conoscevo i loro nomi. Il mio gesto ha incrociato lo sguardo di colui che di lì a poco sarebbe diventato il “mio amico degli scogli” con cui parlare della vita, della quotidianità, dell’amore, dei sacrifici e della gioia di vivere. Si è avvicinato. L’ho ringraziato per quanto lui e i suoi compagni stavano facendo rendendomi ancor più piacevole stendermi al sole. “Perché lo fate?” ho provato a domandargli. “Perché amiamo il nostro paese e vogliamo restituirgli la sua spiaggia”. Non c’era altro da aggiungere.
Questo è stato il mio approccio con Giovanni Salvadeo. Grazie a lui ho apprezzato quello spicchio di terra chiuso tra il mare e il muro della Marina Militare. In breve quell’atmosfera di partecipazione mi ha preso e non mi ha più lasciata. Senza accorgermene ero diventata di loro. Anzi,sono diventata parte dei 6+1. Dove i 6 sono Giovanni, Oreste, Daniela, Enzo, Anna e Michael e il +1 sono io. Ci tengo moltissimo a questo +1 che esprime l’orgoglio di essere una casella di un puzzle che si è composto attorno ad una parola straordinaria: amicizia.
In poco più di un mese la voglia di sentirci ancora più uniti ci ha portati a costituire il Comitato Spiaggia Azzurra “I Tregi di Cadimare”. Volevamo darci un’identità. Diventare visibili anche agli occhi degli altri. Eravamo presi da una gran voglia di fare. Sentivamo i giorni dell’estate scivolare via tra le nostre dita come sabbia e non volevamo che succedesse. Perlomeno non in fretta. In breve abbiamo messo in cantiere alcuni progetti che presto si sarebbero concretizzati. L’edizione 2010 di “Puliamo il mondo” di Legambiente nella quale siamo stati affiancati da Cadimare 2000, dal Circolo Subacquei Aequa e dal Gruppo Sommozzatori dell’Ospedale.Abbiamo trovato nell’assessore al Turismo della Provincia Federico Barli un alleato formidabile che ci ha aiutati a realizzare i nostri primi obiettivi.
Abbiano intrapreso il percorso di costituire la Pro Loco Cadimare. Un traguardo che si è rivelato meno possibile di quanto auspicavamo. Non importa. Se è nelle volontà dei cadamoti, siamo certi che succederà. Diamo tempo al tempo. Nell’attesa il nostro impegno sarà sempre più proiettato verso la spiaggia. Il luogo che ci ha fatto incontrare, che ha suggellato il nostro sodalizio e che continuerà a tenerci uniti. Ringraziamo Cadimare 2000 per l’ospitalità che ci ha concesso nel suo giornalino che esce nel periodo dell’anno più ricco di significati: le festività del Natale. Il nostro augurio a tutti i cadamoti è di viverlo in serenità.
Noi 6 +1 lo festeggeremo a modo nostro: con la spiaggia nei cuori.
Flavia Cima