Le aree militari del ponente del golfo, se liberate, possono contribuire al rilancio economico della città e serviranno a restituire l’identità marina al borgo di Marola, espropriato del proprio litorale con la costruzione dell’Arsenale. La ricostruzione di un tessuto produttivo in crisi ha bisogno che sia realizzato il grande progetto presentato dall’Amministrazione Comunale con il consenso di tutte le forze politiche e sociali. Le proposte del Comune per salvare il settore Difesa e rilanciare l’economia spezzina prevedono la costituzione di un polo tecnologico d’eccellenza in Arsenale in cui coesistano attività civili e militari e la cessione alla città di tutto il litorale che va da Marola a Cadimare.
Questo progetto è necessario anche e soprattutto alla Marina Militare che può consolidarsi come un servizio moderno e integrato nel territorio occupando le aree che servono realmente per le funzioni attribuite e le esigenze attuali industriali ed operative militari ora ospitate in un contenitore enorme, concepito in un’altra epoca, ai tempi dei velieri, dei fossati e dei colombi viaggiatori. Adottare ancora il metodo del ”carciofo” con la cessione di parti periferiche e difendere tutto il perimetro attuale della città militare che è ancora quello del 1860, significa lavorare involontariamente per prospettive negative per l’Arsenale e per la città perché mantenere l’intero è costoso, genera inefficienza e impone alla città un sacrificio di spazi non più tollerabile. Senza un disegno preciso il settore Difesa rischia un crollo strutturale, improvviso e catastrofico.Appare ora chiaro che la vertenza storica per il ritorno all’uso civile del litorale di Marola e Cadimare non è mai stata una rivendicazione campanilistica ma è uno dei nodi principali da sciogliere se si vuole restituire vitalità e prospettive al nostro territorio che rischia una decadenza irreversibile.
La firma del protocollo d’intesa tra il Ministero della Difesa e il Comune è il segno di una svolta epocale.
Va sostenuta l’azione del Sindaco perché la strada è giusta ma insidiosa e la posta in gioco è il futuro di Spezia.
A ponente abbiamo una ragione in più per sostenere il progetto del Comune: il territorio e la costa dei borghi storici di Cadimare, Marola e Campiglia possono rifiorire e diventare uno dei motori principali del settore turistico nautico ed ambientale della Provincia.
Nella zona ci saranno comunque cambiamenti anche radicali perché lo spreco di spazi non può continuare ancora. Bisogna scegliere, noi preferiamo le scelte indicate dal Comune, consapevoli che uno sviluppo turistico spinto possa portare disagi oltre a benefici. Abbiamo un patrimonio di Associazioni, Forze Politiche e Sociali che hanno dato prova di serietà e lungimiranza,siamo certi che daranno il loro contributo perché lo sviluppo sia compatibile con il contesto ambientale, culturale e sociale dei nostri borghi.
Infine una raccomandazione: abbiamo perso anche troppo tempo, siamo sulla strada giusta, ma bisogna andare avanti subito per evitare il rischio di trattare in emergenza economica e occupazionale; i borghi e i loro rappresentanti, ma anche le Istituzioni locali conterebbero poco e avrebbero spazio i profittatori.
Francesco Biagi